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La canapa e l’industria automobilistica

23/03/2023

L’industria dell’automobile più green è possibile

 

È in corso una autentica rivoluzione green, una corsa contro il tempo. Una vera e propria sfida per la sostenibilità, e MillaSensi intende partecipare e contribuire a questa sfida, da protagonista.

Abbiamo bisogno di un radicale cambiamento nell’industria per ridurre l’inquinamento e le emissioni, questo lo sappiamo. Di sicuro l’industria che ha più bisogno di un restyling green è quella dell’automobile. Le auto generano il 60% delle emissioni totali di CO2 e in più lo smaltimento e il riciclo dei mezzi di locomozione è molto complesso. Ma anche stavolta la canapa ci viene in soccorso tra le soluzioni più affidabili a questo problema. Già diverse grandi case di produzione automobilistiche europee utilizzano fibre di canapa per gli interni dei veicoli, perché la canapa è leggera e durevole quanto l’acciaio. Il passaggio dalle materie prime sintetiche alle materie prime a base biologica si traduce in una maggiore efficienza energetica e fornisce una significativa riduzione delle emissioni.

 

È stato calcolato che l’adozione in serie dei biomateriali leggeri sui veicoli ad alto volume consentirà una riduzione di 40.000 tonnellate di emissioni di CO2 e la possibilità di percorrere altri 325 milioni di km con la stessa quantità di carburante

Automobili e canapa non sono un binomio nuovo, anzi. Il primo a comprendere le potenzialità della pianta all’interno del settore fu Henry Ford, che già nel 1941 presentò al pubblico la mitica Hemp Body Car. Un’auto con parti create utilizzando un materiale composito molto simile alla plastica e realizzato con fibre di canapa e altri vegetali. Per testarne la resistenza, l’imprenditore statunitense colpì il nuovo veicolo con un martello senza causare alcun danno, un risultato che ha portato all’utilizzo del materiale anche nel settore della sicurezza per realizzare giubbotti antiproiettile.

In tempi più recenti la BMW è stata tre le prime case automobilistiche a sperimentare un composito simile per la sua i3, la prima vettura elettrica del gruppo lanciata nel 2013 e realizzata con interni in parte in bioplastica di canapa che hanno portato a una riduzione del peso della vettura fino a 350 chilogrammi. Sulla stessa scia anche Audi, Mercedes, Chrysler e Volkswagen hanno utilizzato il materiale per interni e carrozzeria. In questo viaggio è d’obbligo citare chi ha sognato in grande: la Canada Motive, che nello stesso anno ha presentato la Kestrel, l’auto con motore elettrico e struttura in resina polimerica in steli di canapa grazie ad una speciale lavorazione scoperta nei laboratori dell’dell’Alberta Innovates Technology Futures. Purtroppo la Kestrel è rimasta soltanto un prototipo.

Un nuovo tentativo è stato fatto da Renew Sport Car, azienda con sede in Florida che ha creato un’automobile ecologica fatta in canapa al 100% e che sfreccia con 525 cavalli. Tra le ultime novità quella di Porsche, che ha dato vita alla prime macchina da corsa con una carrozzeria in fibre di lino e canapa e il debutto della canapa nel Pure ECTR, il campionato per le auto turismo elettriche più potenti.

Secondo diversi studi il principale problema relativo all’utilizzo della canapa nel settore automotive riguarda le tempistiche, ma di recente questo ostacolo potrebbe essere superato.

In base a un recente accordo con Stellantis, la sesta casa automobilistica mondiale (proprietaria di Chrysler, Citroën, Dodge, Fiat, Jeep, Peugeot e altri marchi in portafoglio) One World Products svilupperà e fornirà componenti in bioplastica a base di canapa per gli interni e gli esterni delle auto.

 

Il fattore della sostenibilità ambientale sta prepotentemente entrando nel mondo dell’automotive, incluso il settore Motorsport.

E questo è un segnale forte per un importante cambio di rotta. Basti osservare l’impegno nella Formula Uno che sta procedendo a passi veloci verso un approccio sempre più ecosostenibile: loro d’altronde di velocità se ne intendono.

Il commitment previsto in “We Race As One” prevede l’azzeramento delle emissioni di CO2 di tutto il Circus entro il 2030. Questo obiettivo, a dir poco ambizioso, si sostanzia attraverso molte iniziative e progetti. I principali sforzi, che sicuramente manifestano piani concreti, si riscontrano anche nel regolamento tecnico previsto per il 2022. Meritano di essere sottolineati a riguardo due punti in particolare (l’art. 15.3.3 sez. Reinforcing lett. G e l’articolo 16.2 e la sua tabella):

  • il primo dei due prevede l’introduzione di materiali compositi di natura biodegradabile per vari componenti delle vetture. Questi materiali, oltre ad essere biodegradabili, derivando da materiali come la canapa e riescono quindi a garantire un impatto zero. A tal proposito, per ora, si può far menzione dell’introduzione di un sedile sviluppato da McLaren in collaborazione con Bcomp (una delle due società a cui F1 ha concesso la possibilità di fornire detti materiali);
  • il secondo punto invece prevede l’utilizzo, graduale e progressivo, di una sempre maggiore quantità di combustibile di natura ecosostenibile.

Questo dimostra come anche la Formula 1 abbia preso sul serio le tematiche di ESG e la loro effettiva implementazione.

La canapa in questo processo di cambiamento gioca un ruolo fondamentale in quanto non è solo una delle migliori fonti di energia rinnovabile a nostra disposizione, ma è una delle armi che abbiamo per combattere l’inquinamento, ridurre gli effetti dell’uomo sul clima e in generale contribuire a creare un modello sostenibile di sviluppo economico. Tutta la filiera di produzione di canapa industriale è carbon negative, cioè toglie più CO2 dall’ambiente di quanta ne viene immessa lavorandola. I prodotti che derivano dalla canapa sono altamente innovativi, ad impatto zero e soddisfano tutti i parametri legati alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica, portando benefici in ogni fase della lavorazione.

Noi di MillaSensi vogliamo essere parte di un cambiamento necessario per il progresso e la salvaguardia della vita sul nostro pianeta, grazie come sempre alla nostra super pianta.